Al fine di favorire la migliore collaborazione tra l’Agenzia delle Entrate i contribuenti, da qualche tempo il Fisco ha predisposto una serie di iniziative di compliance, concretizzatesi (anche) nell’invio di una comunicazione che è finalizzata a invitare le persone fisiche a verificare se nelle dichiarazioni dei redditi sono stati indicati correttamente tutti i dati reddituali.
Tra le varie iniziative, citiamo rapidamente la condivisione delle informazioni che il Fisco possiede nei confronti del contribuente, al quale è data la possibilità di poter consultare i dati e gli elementi in possesso dell’Agenzia delle Entrate sulla propria posizione tributaria. Proprio per questo specifico obiettivo, l’Agenzia ha predisposto una serie di comunicazioni: si pensi alle lettere che vengono indirizzate ai contribuenti che risultano essere interessati dagli studi di settore, o ancora quelle comunicazioni che servono a segnalare anomalie riscontrate dal confronto tra la comunicazione annuale Iva e la dichiarazione Iva.
Con l’approfondimento di oggi, cerchiamo di fare chiarezza su questo tema, cercando di capire in maniera chiara e schematica che cosa contenga questa comunicazione, e a chi venga indirizzata.
A chi viene inviata la lettera di compliance
Le comunicazioni di compliance vengono inviate a quei contribuenti che sulla base dei dati in possesso dell’Agenzia, non risulterebbero essere stati in grado di compilare correttamente la dichiarazione dei redditi (modello Unico PF o modello 730).
In particolare, si tratta di quei contribuenti che risultano aver percepito, non aver dichiarato o dichiarato solo in parte, una tipologia di reddito tra le seguenti:
- redditi dei fabbricati derivanti da contratti di locazione di immobili (compresi quelli per i quali si è scelto il regime della “cedolare secca”)
- redditi di lavoro dipendente o di pensione
- assegni periodici corrisposti dal coniuge, a seguito di separazione, divorzio o annullamento del matrimonio
- redditi di partecipazione in società, associazioni fra artisti e professionisti, imprese
- familiari, aziende coniugali
- redditi di capitale relativi agli utili e agli altri proventi equiparati corrisposti da società di capitale o enti commerciali
- altri redditi (redditi di lavoro autonomo non derivanti da attività professionali, redditi diversi)
- redditi d’impresa derivanti da plusvalenze e sopravvenienze attive
- redditi di lavoro autonomo derivanti dall’esercizio di arte o professione abituale.
Il “sospetto” di irregolarità si intende maturato dal confronto tra i dati che l’Agenzia delle Entrate ha in proprio possesso, e quelli che sono stati dichiarati dal contribuente con il modello 730 o con il modello Unico PF.
Come viene inviata la lettera di compliance
Stando al regolamento dell’iniziativa, la lettera di compliance è inviata al contribuente interessato dalla comunicazione mediante posta ordinaria o mediante posta elettronica certificata (PEC), se il contribuente l’ha attivata.
Cosa contiene la lettera di compliance
Stando al vigente provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, il contenuto della comunicazione è costituito da un documento principale all’interno del quale viene specificata la natura della presunta anomalia tra i dati dichiarati dal contribuente destinatario della comunicazione, e quelli che sono attesi dal Fisco sulla base dei dati incrociati.
Più nel dettaglio, il documento riporta:
- l’identificativo della comunicazione
- i redditi che dai dati presenti in Anagrafe tributaria non risultano dichiarati
- una tabella di dettaglio delle categorie reddituali alle quali si riferiscono i redditi segnalati.
In aggiunta a ciò, si rammenta come alla lettera di compliance siano allegate le istruzioni sull’utilizzo del cassetto fiscale e di CIVIS, e ancora sulle modalità di compilazione della dichiarazione integrativa, qualora necessaria.
A proposito del cassetto fiscale, rammentiamo come nell’apposita sezione (disponibile sul sito internet agenziaentrate.gov.it) la lettera sia già disponibile in favore del contribuente, che può consultare altresì il prospetto informativo in cui è presente il dettaglio delle anomalie che l’Agenzia delle Entrate ha riscontrato nelle dichiarazioni dei redditi interessate dall’osservazione.
Sempre all’interno del cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate il contribuente potrà inoltre trovare il prospetto precompilato del quadro dichiarativo da rettificare (utile per la compilazione della dichiarazione integrativa, ma disponibile per il momento solamente per alcune tipologie di reddito) e, in caso di disponibilità della dichiarazione originariamente presentata, anche i collegamenti telematici da utilizzare per la predisposizione e l’invio della dichiarazione integrativa.
Di contro, rammentiamo come mediante il canale di assistenza CIVIS i contribuenti registrati ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate possano trasmettere in formato elettronico la documentazione che ritengono possa essere utile per poter chiarire la propria posizione.
Parleremo comunque delle modalità di una corretta analisi della lettera, e delle possibili risposte, nel prossimo approfondimento.
Per il momento, ci limitiamo a ricordare come in seguito alle lettere di compliance il contribuente possa effettuare le correzioni che ritiene opportuno, e i conseguenti versamenti delle some dovute, beneficiando della riduzione delle sanzioni – anche in seguito alla segnalazione da parte dell’Agenzia.
Nell’ipotesi in cui il contribuente ritenga corretti i dati indicati nella propria dichiarazione, sarà sufficiente che lo comunichi all’Agenzia, indicando nel contempo eventuali elementi, fatti e circostanze che non sono conosciuti dal Fisco.