Come sapere se si è stati denunciati o querelati oppure se si è indagati – indice:
L’articolo 335 del codice procedura penale consente alla persona offesa o sottoposta alle indagini, di conoscere le sorti del procedimento in corso. Per fare ciò è possibile presentare un’apposita istanza alla Procura della Repubblica competente in relazione al luogo di commissione del reato. È legittimato a presentare la predetta istanza anche il difensore di fiducia all’uopo nominato. L’istanza non è soggetta ad imposte di bollo né ad altre imposte.
Come presentare l’istanza per sapere se si è indagati
L’istanza ex art. 335 del codice di procedura penale si propone in forma scritta presso gli uffici della Procura della Repubblica territorialmente competente. A proporla può anche essere l’avvocato della persona offesa o dell’indagato. Una volta depositata la richiesta, generalmente sarà necessario attendere alcune settimane per ritirare e conocerne l’esito. Questo potrà essere di due tipi: potrà dare esito negativo nel caso non vi siano procedimenti iscritti. Potrà altrimenti dare esito positivo, nel qual caso sarà indicato il numero del procedimento penale con il nome del Pubblico Ministero titolare dell’indagine, oltre che il reato per cui si indaga. Attenzione però: se l’istanza presentata per sapere se si è stati denunciati darà esito negativo, non è necessariamente detto che non ci siano indagini in corso. Questo potrebbe essere semplicemente dovuto al ritardo “fisiologico” con cui le Procure iscrivono le notizie di reato.
La presentazione dell’istanza a mezzo PEC
Alcune Procure della Repubblica danno la possibilità di presentare l’istanza 335 del codice di procedura penale a mezzo PEC. In questo caso, producendo i propri documenti di identità sarà possibile conoscere l’esito evitando il deposito materiale della richiesta nella cancelleria della Procura competente.
Cosa fare se l’istanza per sapere se si è stati denunciati dà esito negativo
In tal caso sarà opportuno ripresentare la predetta richiesta decorse alcune settimane dalla precedente. Solo così si potrà ragionevolmente essere certi in ordine alla sussistenza di un procedimento o meno a proprio carico. Le considerazioni fino a qui svolte valgono per il caso in cui sia stata presentata una denuncia – querela e si voglia conoscerne l’esito.
Cosa fare se l’istanza dà esito positivo
In questa circostanza è consigliabile nominare un difensore di fiducia che potrà monitorare gli sviluppi del procedimento penale anche attraverso la produzione di memorie e lo svolgimento di indagini difensive. Ciò al fine di produrre elementi a favore della persona sottoposta alle indagini oppure di quella offesa.
Quando l’istanza non dà alcun esito pur essendo in corso delle indagini
Nel caso in cui siano in corso indagini relative a reati di particolare gravità (ad esempio l’omicidio, l’estorsione, l’associazione a delinquere di stampo mafioso, delitti di mafia ecc.) le indagini saranno completamente secretate. Pertanto, come previsto dal comma terzo dell’articolo 335 del codice di procedura penale, le iscrizioni relative a tali procedimenti non saranno comunicate a coloro che ne facciano richiesta. In questo caso l’indagato avrà diritto di conoscere l’esistenza di un’indagine a proprio carico solo con il compimento del primo atto garantito. Ad esempio l’indagato potrà sapere di essere sottoposto alle indagini quando il Pubblico Ministero ne chiederà l’interrogatorio o sarà sottoposto a perquisizione. Il comma 3-bis dell’articolo 335 del codice penale prevede poi un’ulteriore ipotesi di secretazione per la durata di tre mesi non rinnovabili. Ciò accadrà nel caso in cui il P.M. ritenga di dover salvaguardare particolari esigenze investigative.
Avv. Filippo Martini – diritto penale in collaborazione con Avv. Beatrice Bellato