La carta di credito – indice
- Cos’è la carta di credito
- Quando sono addebitate le spese
- La carta di credito revolving
- Cosa contiene la carta
- I dati della carta di credito
- Il funzionamento della carta
- Differenza con le carte di debito
- Come pagare con la carta
- Come pagare su Internet
La carta di credito è uno strumento sempre più diffuso nei portafogli degli italiani. Ma come funziona? Come pagare con la carta di credito? Come si accettano i pagamenti?
Abbiamo dedicato un intero approfondimento su questo strumento, nell’auspicio che possa essere di chiarezza per tutti coloro i quali sono oggi alla ricerca di informazioni su cos’è la carta di credito e come funziona.
Arricchiremo inoltre periodicamente questo focus con le ultime novità sulle carte di credito e sulle sentenze più importanti a riguardo. Ti invitiamo pertanto a consultare frequentemente questa pagina, per non perdere nemmeno un aggiornamento.
Cos’è la carta di credito
Il nostro approfondimento sulla carta di credito non può evidentemente che partire con una breve definizione.
Introduciamo pertanto la carta di credito come una “tessera” di materiale plastico, arricchito da una banda magnetica e/o da un microchip. Il suo obiettivo è quello di permettere l’effettuazione di pagamenti elettronici, potendo così rinunciare al contante.
In breve, con la carta di credito potrai, principalmente:
- effettuare pagamenti online o in negozio, sui circuiti abilitati (di norma, Mastercard o Visa);
- prelevare dagli sportelli bancomat;
- richiedere anticipi di contante presso le filiali bancarie abilitate.
La vera particolarità delle carte di credito non è, evidentemente, nelle operazioni che ti permetteranno di fare, quanto nella loro modalità di pagamento.
Contrariamente alle carte di debito, che prevedono un pagamento immediato sul conto corrente di tutte le spese e dei prelievi che effettuerai, le carte di credito funzionano con un meccanismo c.d. pay later. Ovvero, puoi effettuare oggi le spese e i prelievi che ritieni necessari, rinviando l’addebito a un secondo momento. Ma quando?
Quando vengono addebitate le spese della carta di credito
Le spese che sono effettuate con la carta di credito, come abbiamo già avuto modo di sottolineare qualche riga fa, non sono addebitate in tempo reale sul conto corrente, come avviene con le carte di debito. Né sono in qualche modo addebitate sul credito residuo della carta, come avviene con gli strumenti prepagati.
Quel che avviene è, invece, che le spese effettuate nell’arco di un periodo di tempo predeterminato (generalmente, un mese solare), sono addebitate in una o più soluzioni in un giorno fisso, di norma nel mese successivo a quello di effettuazione delle spese stesse. È fatto salvo il caso di contestazione di addebito o chargeback: la procedura mediante la quale l’utente disconosce un pagamento fatto a mezzo di tale strumento ponendolo appunto in contestazione.
Si viene così a creare un vero e proprio credito, ancorché di solito per un periodo di tempo limitato, che consente al legittimo possessore della carta di poter gestire con maggiore flessibilità questo strumento di pagamento.
A sua volta, giova rammentare come le modalità di rimborso delle spese effettuate con la carta di credito siano principalmente due:
- rimborso a saldo, in un giorno predeterminato del mese, con addebito sul conto corrente di tutte le operazioni effettuate nel periodo precedente;
- rimborso a rate, con un piano di addebiti mensile, in linea con quanto previsto contrattualmente dalle parti.
Esiste poi un’altra particolare tipologia di rimborso, di cui parleremo in misura più approfondita separatamente, rappresentato dal c.d. credito revolving.
In questo caso, il credito della carta andrà ad essere ricostituito gradualmente, man mano che rimborserà lo stesso. Ma come funziona?
La carta di credito revolving: un esempio
Per poter spiegare in che modo il credito della carta revolving funziona in modo così flessibile, cerchiamo di fare un rapido esempio.
Immaginiamo di aver richiesto alla nostra banca una carta di credito revolving con un fido di 1.000 euro, e aver stabilito che il rimborso delle spese avverrà ad un determinato TAN, con rate fisse di 100 euro al mese.
A questo punto, ipotizziamo anche di aver speso, nell’arco di un mese, 800 euro per alcuni acquisti personali.
Il nostro credito residuo, “spendibile” per altre spese o prelievi, risulta dunque essere di 200 euro. Tuttavia, man mano che passeranno i mesi, e fermo restando che lo stesso credito non sia utilizzato per altri scopi, il fido andrà gradualmente a ricostituirsi.
Riprendiamo dunque l’esempio di prima.
Immaginiamo che il contratto preveda un rimborso di 100 euro al mese del credito speso. Evidentemente, non tutta l’intera rata di 100 euro sarà costituito da quote capitale. Per comodità, immaginiamo che dei 100 euro di rata, 90 euro siano di capitale, e 10 siano di interesse.
Questo significa che, dopo il rimborso del primo mese, e in assenza di altri utilizzi, il nostro fido si ricostituirà di 90 euro.
Pertanto, avremo:
- 1° mese: fido di 1.000 euro utilizzato per 800 euro, con credito residuo di 200 euro;
- 2° mese: fido residuo di 200 euro e pagamento della rata di 100 euro del piano di rimborso (di cui 90 euro di quota capitale);
- 3° mese: il credito residuo diventa di 290 euro (200 euro + 90 euro).
Cosa contiene la carta di credito
Dando uno sguardo alla carta di credito non sarà difficile distinguerne gli elementi principali.
In particolare, nella parte anteriore possiamo sicuramente riconoscere:
- l’istituto di credito emittente;
- il circuito di pagamento (es. Mastercard, Visa, ecc.);
- il titolare;
- il numero identificativo della carta di credito;
- la data di scadenza con indicazione del mese e dell’anno.
Nella parte posteriore possiamo invece individuare:
- i codici di sicurezza (CVV2 e CVC2);
- lo spazio per la firma;
- eventuali altre informazioni (ad esempio, il numero di telefono da contattare per il blocco, ecc.).
Vediamo ora nel dettaglio quali sono le informazioni necessarie per poter utilizzare una carta di credito.
I dati della carta di credito
Sono generalmente quattro i dati che sono necessari (o potrebbero esserlo) per utilizzare una carta di credito.
Cominciamo dal numero identificativo che, come intuibile, è un codice con cui viene riconosciuta in maniera univoca questa tessera. Di solito ha 16 cifre (ma alcune carte ne hanno un po’ di meno) ed è sempre stampato in rilievo sulla parte anteriore della carta, con un colore che possa agevolare il contrasto con la serigrafia e, dunque, permettere una migliore visione dello stesso.
Abbiamo poi il card verification value, ovvero un codice di sicurezza che è di norma composto da 3 cifre, ed è stampato sul retro della carta. Il codice viene utilizzato – appunto – come chiave di controllo per poter confermare le operazioni che avvengono online e a distanza.
Il codice PIN, di 4 o 5 cifre, fornito al titolare della banca, è invece utile per poter effettuare operazioni di prelievo e di pagamento, mentre il codice titolare è di norma un codice identificativo del cliente che può essere domandato nel momento in cui si devono compiere operazioni più specifiche, come ad esempio il recupero della password o del PIN, o l’identificazione per i servizi telefonici.
Come funziona il pagamento con carte
Il funzionamento del pagamento con carte di credito è molto semplice e, per certi versi, non differisce con il pagamento con le comuni carte di debito / bancomat di cui magari i nostri lettori hanno maggiore dimestichezza.
Le carte di credito sono infatti di solito emesse dall’istituto di credito nel quale il titolare della carta possiede un conto corrente. La gestione dei pagamenti effettuati con la carta avviene tramite i circuiti di pagamento.
Per esempio, se un correntista della banca Intesa Sanpaolo domanda una carta di credito Mastercard:
- Intesa Sanpaolo sarà la tenutaria della relazione, e colei che dovrà deliberare il fido di utilizzo della carta;
- Mastercard sarà invece il gestore del circuito di pagamento su cui avverranno le operazioni transazionali.
Differenza con la carta di debito
In questa guida, è importante non confondere la natura e le caratteristiche della carta di credito con quelle della carta di debito.
La divergenza principale, su cui ci siamo già soffermati, è semplice. Pagando con la carta di credito il pagamento viene addebitato sul conto corrente del titolare il mese successivo. O, in alternativa, è possibile rateizzarlo.
Di contro, pagando con la carta di debito, il pagamento viene addebitato sul conto corrente del titolare in via immediata.
Dunque, in altri termini, attraverso la carta di credito è potenzialmente possibile spendere più soldi di quanti se ne abbiano sul conto corrente, mentre con la carta bancomat i pagamenti e i prelevamenti saranno autorizzati solamente se il conto corrente è capiente.
Come pagare con la carta di credito
Molte persone si domandano in che modo sia possibile effettuare un pagamento con la carta di credito.
Ebbene, come già abbiamo avuto modo di ricordare in precedenza, sono due le principali modalità effettuate per i pagamenti con la carta: online o in negozio.
In linea di massima, per poter effettuare un pagamento con la carta di credito, all’interno di un negozio fisico, è necessario che l’esercente sia dotato di terminale POS, fisso o mobile.
Ad ogni modo, in questo caso il pagamento avverrà attraverso chip, con la banda magnetica o con tecnologia NFC. In altri termini, la carta di credito potrà essere inserita nel terminale POS (con lettura di banda o chip), o semplicemente appoggiata, sfruttando la tecnologia contactless sempre più diffusa nei POS di nuova generazione.
Per autorizzare la transazione con carta di credito, il titolare della carta potrà procedere con l’apposizione della propria firma, o con la digitazione del PIN.
Per quanto riguarda la prima opzione, non ci sarà necessità di digitare alcun codice, ma bisognerà firmare lo scontrino che viene emesso dal POS una volta che la carta di credito viene inserita nel terminale. Evidentemente, la firma che viene rilasciata sullo scontrino dovrà essere coincidente con quella posta sul retro della carta di credito.
Con la seconda opzione, invece, non sarà necessario firmare alcuno scontrino, ma bisognerà digitare un codice PIN, esattamente come avviene con i pagamenti effettuati con la carta di debito. Il pagamento sarà realizzato nel momento in cui il codice PIN sarà correttamente riconosciuto dal circuito di pagamento.
Per quanto attiene infine ai pagamenti effettuati con tecnologia contactless, in alcuni casi potrebbero non essere domandati né la firma sullo scontrino né il codice PIN. Di fatti, se l’importo da pagare è inferiore a una cifra contrattualmente prevista (di solito, 25 euro) non ci sarà bisogno né di apporre la propria firma né di inserire il PIN, perché sarà sufficiente avvicinare la carta al terminale POS per autorizzare il pagamento. Se invece l’importo fosse superiore alla cifra indicata, allora le modalità di autenticazione seguiranno l’iter già concordato.
Come pagare con la carta su Internet
A questo punto non ci rimane che comprendere come pagare con la tessera di credito su Internet. Farlo è piuttosto semplice, considerato che – sebbene ogni e-commerce possa scegliere di personalizzare questa fase come preferisce – in linea di massima il check-out segue un processo comune.
In particolare, bisognerà scegliere come modalità di pagamento quella della carta di credito e, quindi, inserire i dati di:
- intestatario, nome e cognome del titolare della carta, come riportato sulla tessera;
- numero identificativo della carta, anch’esso riportato sul fronte della tessera;
- mese e anno di scadenza, riportati identicamente sul fronte della carta;
- codice di sicurezza a 3 cifre riportato sul retro della carta.
Per questioni di sicurezza oggi è sempre più frequente la necessità di effettuare una seconda conferma delle operazioni di acquisto. Ogni volta che la carta viene utilizzata, sarà necessario autorizzare la transazione mediante app sul proprio smartphone o altro sistema di protezione degli acquisti.